Probabilmente, se sei finito su questo articolo, è perchè di recente si è accesa la questione su impianti fotovoltaici a terra e agrivoltaico.
Forse stai cercando informazioni perché hai un terreno, stai pensando di installare dei pannelli fotovoltaici a terra e, dopo gli ultimi sviluppi del Decreto Agricoltura, vuoi capire se davvero conviene.
In questo articolo, approfondiremo in maniera esaustiva tutti gli aspetti che riguardano l’installazione di impianti fotovoltaici a terra: vedremo insieme di cosa si tratta, come funzionano, quali sono i permessi e le autorizzazioni necessarie, soprattutto dopo gli ultimi aggiornamenti, come si installano e quali sono bonus e incentivi su cui puoi fare affidamento.
Insomma, se presti attenzione ai prossimi paragrafi, a lettura ultimata avrai un quadro chiaro della situazione e sarai già un passo avanti per compiere una scelta informata e consapevole.
Che cos’è un impianto fotovoltaico a terra
Un impianto fotovoltaico a terra è un impianto che prevede l’installazione dei moduli fotovoltaici sul suolo, anziché sul tetto di un edificio.
Il posizionamento e il fissaggio dei pannelli fotovoltaici avviene mediante particolari strutture che vengono ancorate al terreno.
Si tratta di una soluzione molto vantaggiosa per chiunque disponga di un terreno agricolo e voglia investire in un impianto fotovoltaico in grado di generare profitto dalla vendita dell’energia prodotta.
Anche piccole aziende possono trarre beneficio da questa soluzione, sfruttando lo spazio disponibile per ottenere una buona autonomia energetica, che si traduce in risparmio sui costi in bolletta.
Impianti fotovoltaici a terra: quali sono i pro e i contro
L’installazione di pannelli fotovoltaici a terra rappresenta una soluzione importante per la produzione di energia rinnovabile, contribuendo alla lotta contro i cambiamenti climatici. Tuttavia, è fondamentale valutare attentamente i potenziali impatti di questa scelta, considerando sia i benefici che gli svantaggi.
Una premessa: Agrivoltaico, tra opinioni favorevoli e contrarie
Quando si parla di impianti fotovoltaici a terra è quasi immediata l’associazione con la parola “Agrivoltaico”, neologismo di recente entrato nell’elenco curato dall’Accademia della Crusca.
E non è un caso se questo termine da Maggio 2024 sia ufficialmente considero un termine della lingua italiana.
Di fatto, con questa parola si designa l’unione di agricoltura e fotovoltaico, ossia l’impiego di terreni sia per attività agricole e di allevamento, sia per la produzione di energia solare.
Si tratta di un sistema innovativo di gestione delle risorse, che prometterebbe di salvaguardare in molteplici modi sia l’agricoltura, che gli ecosistemi, proprio grazie alla produzione di energia pulita a partire dagli impianti fotovoltaici a terra.
Partiamo dal concetto di Agrivoltaico per parlare di pro e contro degli impianti fotovoltaici a terra, poiché la questione è stata proprio di recente al centro di una lunga discussione politica, che riguarda proprio alcune limitazioni in merito all’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli.
La questione: il decreto agricoltura
Il decreto Agricoltura, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, ha acceso un vivace dibattito tra le diverse anime del Governo e del mondo imprenditoriale, con al centro del contendere il futuro dell’agrivoltaico in Italia.
Inizialmente, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida aveva proposto un blocco quasi totale delle nuove installazioni di pannelli solari a terra, alimentando le preoccupazioni del settore delle rinnovabili e rischiando di mettere a repentaglio gli impegni europei dell’Italia in materia di transizione energetica.
Tuttavia, dopo un vivace confronto con il collega del Ministero dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il decreto ha subito un’importante modifica: via libera all’agrivoltaico, ma con i pannelli sollevati da terra. Una soluzione che mira a conciliare la produzione di energia rinnovabile con la tutela del suolo agricolo.
Le motivazioni alla base del blocco iniziale proposto da Lollobrigida erano principalmente due:
- Salvaguardare la vocazione agricola dei terreni, poiché l’installazione di pannelli a terra, secondo il ministro, avrebbe sottratto terreni preziosi alla coltivazione, ostacolando la produzione alimentare.
- Contrastare il “fotovoltaico selvaggio”: Lollobrigida ha espresso la sua preoccupazione per la proliferazione di impianti realizzati da “fondi di investimento speculativi”, spesso senza adeguate garanzie per il territorio.
Tuttavia, le forti resistenze da parte del settore delle rinnovabili, unite alla necessità di rispettare gli impegni europei in materia di energia verde, hanno spinto il Governo a trovare una soluzione di compromesso.
L’agrivoltaico, con i suoi pannelli sollevati da terra, rappresenta infatti un’opportunità per coniugare la produzione di energia rinnovabile con la continuazione delle attività agricole. Secondo le stime di Italia Solare, l’utilizzo di solo l’1% dei terreni agricoli non utilizzati potrebbe bastare a coprire il 50% degli obiettivi di energia rinnovabile fissati dall’Ue per il 2030.
Nonostante il compromesso raggiunto, le critiche non sono mancate. Alcune associazioni ambientaliste, come Legambiente, hanno lamentato la mancanza di misure più ambiziose per promuovere le rinnovabili, mentre Coldiretti ha ribadito la sua preferenza per uno stop al “fotovoltaico selvaggio”.
Il decreto Agricoltura, nella sua versione finale, rappresenta un tentativo di equilibrio tra le diverse esigenze, ma il dibattito sul futuro dell’agrivoltaico in Italia è destinato a proseguire. Il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di transizione energetica richiederà un impegno costante e una collaborazione fattiva tra tutti gli attori coinvolti.
Fatta questa premessa sullo stato dell’arte, approfondiamo ora vantaggi e svantaggi di un impianto fotovoltaico a terra.
I Vantaggi di un impianto fotovoltaico a terra
- Maggiore efficienza: gli impianti a terra, grazie a una maggiore esposizione al sole, generalmente garantiscono una produzione di energia più efficiente rispetto a quelli installati sui tetti.
- Scalabilità: I terreni offrono la possibilità di realizzare impianti di grandi dimensioni, adatti a soddisfare la domanda energetica di intere comunità o aree industriali. Anzi, vista anche la necessità di permessi per l’installazione di impianti su terreni agricoli, probabilmente la scelta di installare un impianto fotovoltaico a terra è conveniente proprio nella misura in cui si stia valutando un impianto di grandi dimensioni o a uso investimento.
- Flessibilità nella scelta del sito: l’installazione a terra permette di individuare aree ottimali in base all’irraggiamento solare, evitando zone con ombreggiature o vincoli strutturali.
- Potenziale valorizzazione del terreno: In alcuni casi, i terreni adibiti a impianti fotovoltaici possono essere utilizzati anche per attività agricole compatibili, come il pascolo o la coltivazione di specie resistenti all’ombra.
Impianti fotovoltaici a terra: quali sono gli svantaggi
- Consumo di suolo: l’installazione di impianti fotovoltaici a terra comporta l’occupazione di aree naturali o agricole, con potenziale impatto sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici. Questo è il motivo che ha acceso la questione al centro del decreto agricoltura: mettere l’agricoltura e la tutela della biodiversità prima del fotovoltaico, la cui installazione selvaggia risulterebbe compromettente per l’ambiente.
- Impatto paesaggistico: i grandi impianti a terra possono alterare il paesaggio circostante, creando un impatto visivo non sempre gradevole.
- Degrado del suolo: se non gestiti correttamente, gli impianti a terra possono causare erosione del suolo, perdita di fertilità e alterazioni del microclima locale.
- Interferenza con le attività agricole: l’utilizzo di terreni agricoli per la produzione di energia fotovoltaica può entrare in conflitto con le attività agricole tradizionali, riducendo la disponibilità di terreni coltivabili.
- Costi di bonifica: al termine della vita utile dell’impianto, i terreni potrebbero necessitare di interventi di bonifica per rimuovere i pannelli e ripristinare le condizioni originarie.
Come funziona un impianto fotovoltaico a terra
Un impianto fotovoltaico, sia esso a terra o sul tetto, trasforma l’energia solare in energia elettrica pulita e rinnovabile, alimentando le esigenze domestiche o aziendali.
Anche nel caso di un impianto fotovoltaico a terra, tutto inizia con i pannelli fotovoltaici, i veri protagonisti del processo. Composti da celle di silicio, i moduli catturano i fotoni, le particelle di luce del sole, e li convertono in elettricità.
All’interno delle celle fotovoltaiche, gli elettroni vengono liberati e messi in movimento, generando una corrente elettrica continua. Questa corrente, però, non è ancora utilizzabile per alimentare le nostre apparecchiature.
A questo punto, entra in gioco l’inverter, che converte la corrente continua generata dai pannelli in corrente alternata, la stessa che alimenta le nostre case e le reti elettriche.
La differenza tra impianto fotovoltaico a terra e impianto fotovoltaico sul tetto
La differenza tra gli impianti fotovoltaici a terra e quelli tradizionali, installati sui tetti degli edifici, è sostanzialmente nella modalità di installazione.
Generalmente i primi sono progettati per soddisfare una grande produzione energetica, magari per alimentare grandi impianti o per rivendere l’energia elettrica.
Pertanto, i pannelli fotovoltaici sono di dimensioni più grandi e vengono installati mediante delle apposite strutture metalliche, che li fissano al suolo.
Le soluzioni sono due e variano in base alle caratteristiche dell’impianto e del sito di installazione.
Impianti monopalo: compatti e versatili
Ideali per terreni industriali e agricoli di dimensioni moderate, gli impianti monopalo si distinguono per la loro compattezza e la facilità di installazione. La struttura a palo unico offre un design essenziale e un ingombro ridotto, adattandosi perfettamente a diverse configurazioni.
Impianti bipalo: massima stabilità per località con condizioni atmosferiche impegnative
Quando il terreno presenta caratteristiche meccaniche limitate o è soggetto a condizioni atmosferiche avverse, come forti venti, grandine o neve, gli impianti bipalo rappresentano la scelta ideale. La struttura a due pali garantisce una maggiore stabilità e resistenza, assicurando la massima protezione dei pannelli fotovoltaici anche in condizioni estreme.
I permessi e le autorizzazioni per gli impianti fotovoltaici a terra
L’installazione di impianti fotovoltaici a terra richiede un’attenta valutazione in materia di permessi e autorizzazioni, data la loro natura e il potenziale impatto sull’ambiente e sul paesaggio.
Come abbiamo visto, l’argomento è fonte di dibattito e, nonostante le modifiche al “Decreto agricoltura”, che inizialmente prevedeva un divieto totale, probabilmente la questione continuerà ad evolversi, in vista di soluzioni normative differenti.
Attualmente, facendo riferimento al Decreto Bollette (D.L. 17/2022), le aree idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a terra sono:
- Aree agricole: a patto che siano racchiuse in un perimetro con punti a non più di 300 metri da zone a destinazione artigianale, industriale e commerciale, cave, miniere e siti di interesse nazionale.
- Aree interne a stabilimenti industriali: Incluse le aree agricole circostanti con un perimetro i cui punti non distino più di 300 metri dallo stabilimento stesso.
- Aree in prossimità di reti autostradali: Ad una distanza non superiore a 150 metri.
È importante sottolineare che gli impianti fotovoltaici a terra sono esclusi dalla procedura semplificata introdotta dal D.L. 17/2022 per l’installazione di impianti domestici tra i 50 kW e i 200 kW, proprio per il loro maggiore impatto sul suolo e sul paesaggio.
Le Autorizzazioni e l’iter per l’installazione
Ottenere le autorizzazioni per un impianto fotovoltaico a terra può essere un processo complesso, che richiede la presentazione di diverse domande e la valutazione da parte di enti competenti.
In generale, l’iterprevede:
- Una Richiesta di Autorizzazione Unica, presso il Comune competente, corredata da progetto dettagliato, relazione paesaggistica e valutazione impatto ambientale (se necessario).
- Il Permesso di Costruzione, rilasciato dal Comune dopo l’ottenimento dell’Autorizzazione Unica.
- La Connessione alla rete elettrica, richiesta a Enel Distribuzione, con specifica documentazione tecnica.
- Per impianti di grandi dimensioni o in aree sensibili, potrebbe essere necessaria una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o una Valutazione Ambientale Strategica (VAS), volte ad analizzare l’impatto dell’impianto sull’ambiente e a definire eventuali misure di mitigazione.
È fondamentale rispettare le distanze minime tra i pannelli e i confini di proprietà, strade e corsi d’acqua, come indicato dai regolamenti edilizi comunali e dalle normative vigenti.
Il decreto agricoltura: le novità di maggio 2024
L’entrata in vigore del Decreto Agricoltura, ha introdotto novità significative per l’installazione di pannelli fotovoltaici a terra.
Innanzitutto, lo Stop al fotovoltaico a terra su terreni agricoli, una decisione volta a tutelare la vocazione produttiva dei suoli, da sempre cuore pulsante dell’agricoltura italiana. Un freno che è stato considerato necessario per preservare la fertilità dei terreni e garantire la continuità della produzione alimentare, soprattutto in un momento di crescente preoccupazione per la sicurezza alimentare globale.
Un’alternativa proposta come punto d’incontro tra la produzione di energia rinnovabile e la salvaguardia del territorio è l’installazione di pannelli fotovoltaici, installati su strutture sopraelevate, in modo da permettere di sfruttare l’irraggiamento solare per la produzione di energia pulita, senza compromettere l’utilizzo del terreno sottostante per le coltivazioni o il pascolo.
Il Decreto Agricoltura non ha limitato del tutto il fotovoltaico a terra, ma ha proposto una limitazione all’installazione delimitatamente a specifiche casistiche: progetti già presentati, comunità energetiche, terreni non agricoli e aree a 300 metri da infrastrutture come autostrade, ferrovie e linee elettriche ad alta tensione rappresentano le eccezioni a questa nuova regola.
I costi di un impianto fotovoltaico a terra
I costi di un impianto fotovoltaico a terra variano considerevolmente in base a diversi fattori, tra cui:
- Dimensione dell’impianto: maggiore è la potenza dell’impianto, maggiori saranno i costi di componenti e manodopera.
- Caratteristiche del sito: la tipologia di terreno, la presenza di vegetazione o edifici e l’accessibilità del sito possono influenzare i costi di installazione.
- Componenti scelti: la qualità dei pannelli solari, dell’inverter e degli altri componenti può incidere significativamente sul prezzo finale.
- Modalità di installazione
Per un impianto fotovoltaico da 6 kW, il costo finale, comprensivo di pannelli fotovoltaici, inverter, supporti per il montaggio e l’installazione, può oscillare tra gli 8.000 e i 12.000 euro.
Se invece parliamo di un impianto industriale di medie dimensioni, con una potenza di circa 100 kW, i costi si aggirano mediamente tra i 100.000€ e i 150.000€.
A queste cifra vanno aggiunti eventuali costi accessori, come:
- Preparazione del terreno: per l’installazione dei pannelli fotovoltaici a terra possono essere necessari livellamenti e consolidamenti del terreno
- Permessi e autorizzazioni: richiesta di permessi comunali, autorizzazioni paesaggistiche e connessioni alla rete elettrica.
- Sistemi di monitoraggio: più aumenta la dimensione dell’impianto, maggiore è la necessità di di sensori e software per il monitoraggio della produzione e delle prestazioni dell’impianto, per tenere sempre tutto sotto controllo ed intervenire tempestivamente in caso di guasti o malfunzionamenti.
- Manutenzione: Costi periodici per la pulizia, la verifica del funzionamento e la sostituzione di eventuali componenti difettosi. Ne parleremo con cura nel paragrafo che segue.
Impianto fotovoltaico a terra: l’installazione dalla A alla Z
1. Valutazione del terreno: la base di un progetto solido
Se per un impianto fotovoltaico tradizionale, si parte da un sopralluogo sul tetto, per verificarne le caratteristiche e la fattibilità, in questo caso, invece di salire sulla sommità di un edificio, rimaniamo al livello del terreno, per valutarne le condizioni. Il luogo di installazione, infatti, deve possedere caratteristiche specifiche per ospitare i pannelli: esposizione solare ottimale, conformazione adatta all’installazione e accessibilità per i mezzi di trasporto e gli operatori. Questa analisi preliminare accurata permette di individuare eventuali criticità e di definire la disposizione migliore per massimizzare la produzione di energia.
2. La Progettazione dell’impianto fotovoltaico
Una volta stabilito che il sito disponibile è adatto all’installazione, si passa alla fase di progettazione, dove prende forma il cuore del sistema: il numero e la disposizione dei pannelli fotovoltaici. Si tratta di un’operazione da affidare a professionisti esperti, che siano in grado di fornire un piano dettagliato, calcolando l’inclinazione ideale dei pannelli, la loro interconnessione e la posizione strategica dell’inverter.
3. Permessi: burocrazia necessaria per un’installazione sicura
Prima di dare il via ai lavori, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, è fondamentale ottenere le autorizzazioni necessarie.
Ti ricordiamo che i permessi possono variare a seconda del luogo e delle normative vigenti, ma in genere includono il permesso di costruzione e le approvazioni ambientali.
4. La Preparazione del terreno per l’installazione dell’impianto
Questa fase delicata può richiedere la rimozione della vegetazione, il livellamento del suolo e la realizzazione delle fondazioni per la struttura di montaggio. Un lavoro accurato che crea le condizioni ideali per l’installazione dei componenti e garantisce la stabilità e la durata dell’impianto nel tempo.
5. Installazione dei pannelli fotovoltaici a terra e degli altri componenti
Si giunge al momento clou:i pannelli fotovoltaici vengono montati sulla struttura di supporto. Ogni pannello viene accuratamente fissato e collegato all’inverter
6. Collegamento alla rete dell’impianto
L’impianto a questo punto è pronto a generare energia pulita, ma prima di poterla utilizzare è necessario collegarlo alla rete elettrica. Un’operazione delicata che richiede la collaborazione con la società elettrica e il sopralluogo di un ispettore per verificare la corretta installazione e la sicurezza dell’impianto.
La Manutenzione dell’impianto fotovoltaico a terra
Come accade per gli impianti installati sul tetto, anche l’impianto fotovoltaico a terra necessita di una manutenzione periodica, al fine di allungare la sua vita utile, mantenere costante l’efficienza dei pannelli fotovoltaici nel tempo e limitare la possibilità di intereventi tempestivi per risolvere guasti e malfunzionamenti.
Una manutenzione ordinaria, con poco sforzo periodico, ti consente di ottenere sempre il massimo dal tuo impianto fotovoltaico.
Ma in cosa consiste?
Essenzialmente in 3 semplici operazioni:
- La pulizia periodica dei pannelli fotovoltaici: polvere, sporco, detriti e foglie possono compromettere il rendimento dei pannelli fotovoltaici, perchè impediscono parzialmente il passaggio dei raggi solari. Per questo, è fondamentale pulire periodicamente i pannelli. Bastano un detergente delicato (in commercio esistono anche prodotti ad hoc per la pulizia dei moduli fotovoltaici) e un po’ di olio di gomito. Con che frequenza? Dipende da diversi fattori, come l’ambiente circostante l’impianto e la presenza di vegetazione, ma in genere ti basterà effettuare una pulizia accurata almeno una volta all’anno.
- Controllo dell’inverter: stiamo parlando del componente che converte l’energia elettrica prodotta dai pannelli in corrente alternata, compatibile con la rete elettrica domestica o con la rete elettrica nazionale. Un controllo periodico dell’inverter, che ne verifica il corretto funzionamento e l’efficienza, è essenziale per garantire la sicurezza e la produzione ottimale di energia.
- Monitoraggio delle prestazioni: più aumenta la potenza dell’impianto, più può risultare utile l’impiego di un sistema di monitoraggio, che permetta di tenere sotto controllo le prestazioni dell’impianto fotovoltaico in tempo reale, identificando eventuali anomalie o cali di produzione. Puoi utilizzare I dati raccolti dal sistema di monitoraggio per ottimizzare le prestazioni dell’impianto e intervenire tempestivamente in caso di problemi. Eventi meteorologici di portata eccezionale possono danneggiare i pannelli fotovoltaici, anche in maniera invisibile a occhio nudo: l’impiego di un sistema di monitoraggio ti permette di individuare facilmente il problema, intervenendo con eventuale riparazione o sostituzione del componente danneggiato.
Incentivi e detrazioni per l’installazione di un impianto fotovoltaico a terra
Nel 2024 sono ancora disponibili bonus e agevolazioni, che renderanno più conveniente il tuo investimento in un impianto fotovoltaico a terra.
Che tu stia valutando questa soluzione per i tuoi consumi domestici o per la tua azienda, di seguito trovi una panoramica delle agevolazioni fiscali disponibili.
Contestualizza le informazioni e verifica che siano compatibili con le tue esigenze, accedendo alle fonti ufficiali o richiedendo la consulenza specialistica di un professionista.
Se cerchi altre informazioni per risparmiare sull’installazione del tuo impianto fotovoltaico, leggi anche questa guida esaustiva, dove parliamo di impianto fotovoltaico a costo zero. O quasi.
Superbonus al 70% e 65%
Passato dalla formula 110% al 70 e 65%, il Superbonus ti garantisce per l’anno 2024 una Detrazione IRPEF fino al 70% per le spese sostenute per l’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, a condizione che gli interventi avvengano contemporaneamente a uno degli interventi “trainanti” previsti dal Decreto Rilancio e che l’intervento complessivo garantisca un miglioramento di almeno due classi energetiche.
Il Limite di spesa è 48.000 euro, con un limite di 2.400 euro per ogni kW di potenza nominale dell’impianto.
Il Bonus Ristrutturazione 50%
In questo caso, ottieni Detrazione IRPEF del 50% sulle spese per l’installazione di impianti fotovoltaici, per un tetto massimo di 96.000 euro distribuito in 10 rate annuali.
Oltre al costo dell’impianto, sono coperte anche la manutenzione ordinaria e straordinaria, la progettazione, le spese professionali, i sopralluoghi, le perizie tecniche, i ponteggi, lo smaltimento dei rifiuti, IVA, imposta di bollo, diritti sulle concessioni, autorizzazioni per i lavori e compensi professionali.
Nota: l'impianto non deve essere a servizio di attività commerciali e le spese devono essere completate entro il 31 dicembre 2024.
L’IVA agevolata al 10%
Aliquota IVA ridotta al 10% per l’acquisto di impianti fotovoltaici, batterie di accumulo e relative componenti.
Fondo per famiglie a basso reddito:
Si tratta di un Contributo diretto per l’installazione gratuita di impianti fotovoltaici per famiglie a basso reddito, con ISEE inferiore a 15.000 euro o ISEE inferiore a 30.000 euro con almeno 4 figli a carico.
In questo caso, l’impianto deve essere destinato all’autoconsumo e collegato alle utenze domestiche del beneficiario. L’unità immobiliare deve essere accatastata nel gruppo A delle categorie catastali (escluse A1, A8, A9 e A10).
Decreto Agrivoltaico
Il Decreto Agrivoltaico, entrato in vigore il 14 febbraio 2024, rappresenta un passo importante verso la promozione di un modello agricolo innovativo e sostenibile. Come abbiamo detto in apertura, Il decreto mira a coniugare la produzione di energia fotovoltaica
Il decreto si rivolge a diverse categorie di soggetti: agricoltori, imprenditori agricoli, società agricole, cooperative agricole e associazioni temporanee di imprese composte da almeno un operatore agricolo. Per accedere agli incentivi, gli impianti devono soddisfare requisiti progettuali specifici, tra cui:
- Superficie agricola minima: almeno il 70% della superficie del sistema agrivoltaico deve essere destinata all’attività agricola o pastorale.
- Altezza dei moduli: L’altezza minima dei moduli dal suolo deve consentire la continuità delle attività agricole e/o zootecniche.
- Producibilità elettrica minima: l’impianto deve garantire una produzione elettrica specifica non inferiore al 60% di un impianto fotovoltaico standard.
- Monitoraggio: Gli impianti devono essere dotati di sistemi di monitoraggio per valutare l’impatto sull’attività agricola, il risparmio idrico, la fertilità del suolo e il microclima.
Incentivi e modalità di accesso:
Il decreto prevede due tipologie di incentivi:
- Contributo a fondo perduto: Fino al 40% dei costi ammissibili, a valere sulle risorse del PNRR.
- Tariffa incentivante: Applicata all’energia elettrica netta immessa in rete.
Le procedure si svolgono telematicamente sul Portale Agrivoltaico del GSE. Le domande di partecipazione possono essere presentate dal 4 giugno al 2 settembre 2024.
Quanto costa un impianto fotovoltaico a terra?
Il costo di un impianto fotovoltaico a terra varia in base a diversi fattori, tra cui la potenza dell’impianto, la qualità dei componenti, il tipo di installazione e la regione in cui viene installato. In generale, il prezzo per un impianto fotovoltaico a terra di potenza media (da 3 a 6 kWp) si aggira tra i 6.000 e i 12.000 euro.
Quali sono i vantaggi di un impianto fotovoltaico a terra?
I vantaggi di un impianto fotovoltaico a terra sono numerosi:
Maggiore efficienza: I pannelli solari installati a terra ricevono più luce solare diretta rispetto a quelli installati sui tetti, il che significa che possono produrre più energia.
Maggiore flessibilità: Gli impianti fotovoltaici a terra possono essere installati in qualsiasi terreno, anche se il tetto della casa non è adatto all’installazione di pannelli solari.
Maggiori dimensioni: Gli impianti fotovoltaici a terra possono essere più grandi di quelli installati sui tetti, il che significa che possono produrre più energia.
Minore manutenzione: Gli impianti fotovoltaici a terra sono generalmente più facili da manutenere rispetto a quelli installati sui tetti.
Come funziona un impianto fotovoltaico a terra?
Un impianto fotovoltaico a terra funziona convertendo l’energia solare in energia elettrica. I pannelli solari assorbono la luce solare e la convertono in corrente continua (CC). Un inverter converte quindi la corrente continua in corrente alternata (CA), che può essere utilizzata per alimentare la casa o immessa in rete.
2 commenti su “Impianto fotovoltaico a terra: guida pratica con tutte le novità 2024”
buon giorno mi chiamo di Bari Giuseppe vivo a Cesena sono in affitto e o anche il subaffitto.o una casa e una piazzola su 450 metri vorrei usarla per i pannelli
Buona sera Giuseppe,
Per utilizzare la tua piazzola il primo passo è assicurarti di avere l’autorizzazione dal proprietario dell’immobile, considerando che sei in affitto e hai menzionato un subaffitto.
Con il consenso del proprietario, puoi poi esplorare le opzioni per l’impianto, calcolando il fabbisogno energetico e tenendo conto delle autorizzazioni comunali, spesso necessarie per installazioni di questo tipo su terreno.
Per un progetto più dettagliato e un preventivo su misura, puoi scrivere all’indirizzo email [email protected].
Ciao!