Installare un impianto fotovoltaico, si sa, è una scelta che ti cambia in meglio la vita, poiché ti consente di agire concrecramente nel nome dell’ambiente, ottenendo in cambio un buon risparmio economico.
Se sei qui, probabilmente già sei a conoscenza di tutti i vantaggi che tale scelta comporta.

Se sei allo step successivo e sei già fortemente orientato verso l’installazione di un impianto nel breve o medio periodo, probabilmente vuoi conoscere la pratica per l’installazione del tuo impianto fotovoltaico, ossia tutti gli step che ti permetteranno di passare dall’intenzione alla realtà.
In questo articolo abbiamo smontato il processo in cinque semplici passaggi, creando una guida pratica all’installazione del fotovoltaico, per aiutarti a procedere dritto e senza intoppi verso la produzione di energia pulita e sostenibile per le tue utenze domestiche.
Pratica fotovoltaico numero uno: il dimensionamento dell’impianto
Se vuoi essere sicuro di investire in un impianto che ti garantisca una buona efficienza, e indipendenza energetica e, di conseguenza, un consistente risparmio in bolletta, la prima cosa da fare è valutare il corretto dimensionamento dell’impianto.
Ma come si fa?
Il primo passo è conoscere sé stessi. Anzi, il proprio fabbisogno energetico.
In altre parole, devi sapere quanta energia consumi in media, valutando le tue abitudini quotidiane, il numero di elettrodomestici e la frequenza con cui vengono utilizzati. Questo permette di comprendere se un impianto di piccole dimensioni è sufficiente per soddisfare le tue necessità o se è necessario optare per una soluzione più potente ed efficiente.
Trovi in rete tantissimi strumenti utili per calcolare il tuo consumo quotidiano o annuale, ma puoi farti un’idea del tuo consumo annuo anche sommando i consumi riportate sulle bollette del tuo gestore.
Il corretto dimensionamento dell’impianto, però, non dipende solo dalle esigenze energetiche delle persone che abitano nell’appartamento: una questione cruciale, infatti, è rappresentata anche dal sito di installazione dell’impianto.
L’energia prodotta dai moduli fotovoltaici, infatti, non è sempre la stessa, ma varia in base alla latitudine, alla quantità e intensità di luce, alle caratteristiche morfologiche del sito di installazione.
Ad esempio, un impianto fotovoltaico installato a Torino non produrrà la stessa quantià di energia di un impianto installato a Naploli; allo stesso modo, un impianto installato su un tetto con orientamento a Sud avrà un rendimento diverso da un tetto con un orientamento a ovest.
Insomma, stabilire il corretto dimensiomanto dell’impianto è un’operazione non semplice, che richiede un buon livello di conoscenza di nozioni tecniche.
Come avrai capito, nella potenza del tuo impianto confluiscono diversi fattori:
- le esigenze energetiche
- il livello di autoconsumo che desideri ottenere dall’installazione dell’impianto
- sito di installazione
- caratteristiche del tetto
- budget disponibile.
Parleremo dell’ultimo punto nel paragrafo successivo.
Qui ci preme solo sottolineare che in questa fase è fondamentale rivolgersi a un professionista esperto e autorevole, che sia in grado di raccogliere tutte queste informazioni e metterle in relazione, con l’obiettivo di progettare per te la migliore soluzione possibile.

Pratiche fotovoltaico: il secondo passo è scegliere i componenti
Pannelli, inverter, struttura di montaggio ed eventuali batterie di accumulo costituiscono i componenti fondamentali di un impianto fotovoltaico.
Sembrano pochi elementi, ma in realtà aprono un mondo vastissimo, poiché molto ampia e variegata è la scelta offerta dal mercato.
Del resto, la tecnologia ha compiuto negli ultimi dieci anni passi da gigante, mettendo a punto soluzioni sempre più efficienti e capaci di adattarsi a qualsiasi esigenza. Ne parliamo anche in questo articolo dedicato ai migliori pannelli fotovoltaici ad alta efficienza, capaci di offrire il massimo del rendimento e della durata.
Come scegliere i componenti del proprio impianto fotovoltaico?
Si tratta di una situazione in cui va fatta una corretta valutazione costi-benefici.
Nel concreto, la scelta dipende dalla convergenza di tre aspetti fondamentali:
- le tue esigenze energetiche
- il tuo budget
- le caratteristiche del sito di installazione
Ad esempio, se hai poco spazio sul tetto o se vivi in una zona caratterizzata da nebbia, per ottenere una determinata potenza o una determianta efficienza energetica, potrebbe essere necessario optare per pannelli monocristallini di nuova generazione, che consentono di avere una maggiore densità energetica, riducendo lo spazio occupato a parità di potenza.
Oppure, se desideri ottenere il massimo dell’autoconsumo, riducendo dratiscamente l’energia prelevata dalla rete, potresti valutare l’acquisto di un sistema di accumulo, che aggiunge un costo al tuo investimento.
Qui trovi un articolo di approfondimento sul fotovoltaico con accumulo,
Insomma, come per il dimensionamento dell’impianto, anche in questo caso stabilire di quali componenti hai bisogno può rivelarsi complesso, se decidi di farlo in autonomia.
L’ideale è documentarsi e informarsi accuratamente, con l’obiettivo di rivolgersi a un consulente avendo cognizione di causa e comprendendo appieno il senso delle soluzioni proposte.
Insomma, se stai leggendo questo articolo, sei già sulla buona strada.
Pratica fotovoltaico numero 3: autorizzazioni e permessi
Alcuni anni fa, l’installazione di un impianto fotovoltaico poteva rendere necessari alcuni permessi edilizi, ma negli ultimi anni, sono state introdotte diverse modifiche alle normative urbanistiche ed edilizie.
L’obiettivo di tale iniziativa era quello di favorire la rigenerazione urbana e l’efficientamento energetico degli edifici: questo ha comportato una notevole semplificazione delle procedure edilizie per l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici esistenti.
Il Decreto “Energia” del 2022 ha addirittura declassato tali interventi a manutenzione ordinaria, esonerandoli in parte dalle autorizzazioni paesaggistiche.
Secondo le nuove disposizioni legislative, l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici su edifici esistenti è considerata un intervento di manutenzione ordinaria e non richiede l’acquisizione di permessi o autorizzazioni specifiche.
Tuttavia, è importante sottolineare che, come sempre, esistono delle eccezioni: in alcune situazioni potrebbe ancora essere obbligatoria l’approvazione dell’amministrazione competente, soprattutto se gli impianti ricadono in aree soggette a vincoli paesaggistici o culturali.
Inoltre, bisogna sempre tenere conto dei Regolamenti Comunali specifici di ciascuna località, poiché potrebbero esistere disposizioni aggiuntive o variazioni rispetto alle normative nazionali.
Anche in questo caso è sempre consigliabile consultare un tecnico abilitato per verificare la corretta modalità di installazione degli impianti fotovoltaici in base alle normative locali.
Le pratiche GSE per il fotovoltaico
A meno che tu non scelga di installare un impianto off-grid, cioè completamente sconnesso dalla rete elettrica nazionale, il quarto step fondamentale per mettere in funzione il tuo impianto fotovoltaico è sicuramente l’allaccio alla rete elettrica nazionale.
Per ottenere l’allaccio fotovoltaico, entrano in campo diverse figure:
- l’intestatario delle bollette, responsabile di garantire la corretta installazione e integrazione con la rete elettrica;
- l’installatore professionista, che ha il compito di effettuare le connessioni e le verifiche tecniche necessarie per garantire il corretto funzionamento dell’impianto;
- il gestore coordina l’allaccio e garantire che tutte le procedure vengano seguite correttamente.
Durante il processo di allaccio, è importante considerare il tipo di contatore presente, poiché questo determina il tipo di intervento necessario: ad esempio, se l’appartamento dispone di un contatore analogico, potrebbe essere necessaria la sua sostituzione con un dispositivo elettronico adeguato.
Nel caso dei contatori elettronici, l’installazione dell’impianto fotovoltaico comporta semplicemente una modifica delle impostazioni del dispositivo per consentire il funzionamento in modalità “bidirezionale”, che consente al contatore di misurare sia l’energia prelevata dalla rete elettrica che quella immessa dall’impianto fotovoltaico.
Iter ordinario e iter semplificato
L’allaccio di un impianto fotovoltaico alla rete elettrica può avvenire attraverso due differenti iter: l’ordinario e il semplificato.
Nel primo caso, che si verifica in alcune situazioni specifiche (ad esempio, quando l’impianto supera la potenza di 20 kW), il proprietario dell’impianto assume la responsabilità diretta di gestire tutte le fasi del processo, interagendo con le autorità coinvolte e affrontando gli oneri burocratici in prima persona.
Questo percorso richiede una maggiore tempistica e un impegno più consistente da parte dell’utente, che deve fornire tutte le informazioni e i documenti richiesti e rispettare le scadenze stabilite.
Fortunatamente, nella gran parte dei casi, dal Novembre 2015 è possibile usufrire dell’iter semplificato, che offre un approccio più agevole e rapido.
Attraverso una procedura online guidata, l’intestatario dell’impianto può gestire l’intero processo in modo più efficiente.
In questo caso, il principale interlocutore è il gestore di rete, che si occupa di coordinare le comunicazioni con le autorità competenti, come il comune e il GSE.
Questo approccio semplificato comporta una riduzione dei costi e dei tempi necessari per l’allacciamento dell’impianto, oltre a un minor carico amministrativo per l’utente, che può contare su un unico punto di contatto durante tutto il processo.
Una volta completato l’allaccio e configurato il contatore, l’impianto fotovoltaico può essere messo in funzione, generando energia elettrica per alimentare i carichi presenti nell’abitazione.
L’eventuale eccesso di energia prodotta, in mancanza di un sistema di accumnulo, verrà immesso nella rete elettrica e registrato dal contatore.
Pratica fotovoltaico: GSE, Scambio sul Posto e Ritiro Dedicato
Quando immetti energia nella rete elettrica, questa si comporta come un sistema di accumulo virtuale: in pratica, l’energia viene messa nuovamente in circolo, ma attraverso il contatore bidirezionale, viene calcolato il surplus che hai prodotto, offrendoti in cambio un rimborso sulla bolletta elettriva.
Si tratta dello Scambio sul Posto e del Ritiro Dedicato, due meccanismi di incentivo, che ti consentono di massimizzare il tuo risparmio in bolletta.
È il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) a prelevare i dati sull’energia immessa nella rete dal contatore, che sono fondamentali per calcolare l’ammontare dello Scambio sul Posto, ovvero la compensazione economica riconosciuta al proprietario dell’impianto fotovoltaico.
Per richiedere lo Scambio sul Posto e il Ritiro Dedicato hai due opzioni:
- puoi inviare il Modello Unico al gestore di rete, attraverso la compilazione del Modello Unico al tuo gestore di rete. Una volta ricevuto, il GSE attiverà la convenzione e ti invierà un link per visualizzarla sul portale SSP (Sistema di Scambio sul Posto).
- puoi richiedere l’attivazione tramite il portale online del GSE entro 60 giorni dall’allaccio.
Quali permessi occorrono per installare un impianto fotovoltaico?
Con le modifiche legislative introdotte negli ultimi anni, l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici esistenti è considerata un intervento di manutenzione ordinaria e non richiede l’acquisizione di permessi o autorizzazioni specifiche nella maggior parte dei casi. Tuttavia, ci sono eccezioni a questa regola, soprattutto se gli impianti ricadono in aree soggette a vincoli paesaggistici o culturali. È sempre consigliabile consultare un tecnico abilitato per verificare la corretta modalità di installazione in base alle normative locali.
Chi deve fare la comunicazione al GSE?
La comunicazione al GSE per l’attivazione del servizio di Scambio sul Posto può essere fatta dall’intestatario dell’impianto fotovoltaico. È possibile inviare la comunicazione compilando il Modello Unico e inviandolo al gestore di rete, oppure richiedendo l’attivazione tramite il portale online del GSE entro 60 giorni dall’allaccio dell’impianto.
Cosa devo fare se voglio installare un impianto fotovoltaico?
Se desideri installare un impianto fotovoltaico, è importante seguire alcuni passaggi fondamentali. In primo luogo, è necessario valutare il dimensionamento dell’impianto in base alle tue esigenze energetiche e al sito di installazione. Successivamente, devi scegliere i componenti dell’impianto, come pannelli, inverter e struttura di montaggio, tenendo conto delle tue esigenze e del budget disponibile. Una volta completata la progettazione, è importante verificare se sono necessarie autorizzazioni o permessi per l’installazione, e procedere con la comunicazione al GSE per l’attivazione del servizio di Scambio sul Posto. Infine, è possibile procedere con l’installazione dell’impianto seguendo le indicazioni fornite dall’installatore professionista e coordinando l’allaccio alla rete elettrica nazionale.
10 commenti su “Pratica fotovoltaico: come installare un impianto in 5 mosse”
Buona sera Paolo,
la mia domanda riguarda un appartamentino contiguo al mio di cui ho la nuda proprietà, mentre nell’altro risulto usufruttuario, in quanto di proprietà di mio figlio minorenne. Considerato che mio figlio è minorenne ed io ho l’usufrutto legale il contatore e il contratto con il GSE sono intestati a me. La domanda è la seguente: ai fini del contratto con il GSE volendo installare alcuni pannelli fotovoltaici nell’appartamento contiguo di cui ho la nuda proprietà, posso fare un secondo contratto con il GSE oppure il contratto deve essere fatto obbligatoriamente dall’usufruttuario che in questo caso sono i miei genitori.
Salve,
Sebbene tu sia il nudo proprietario dell’appartamento, il contratto con il GSE dovrà essere intestato all’usufruttuario, che in questo caso sono i tuoi genitori. Questo perché, secondo la legge, l’usufruttuario ha il diritto di utilizzare il bene e di trarre benefici economici da esso, inclusi quelli legati all’energia prodotta da un impianto fotovoltaico (Art. 981 e seguenti del Codice Civile).
Insomma, anche se tu detieni la nuda proprietà, non hai il diritto di sfruttare l’immobile a fini economici, e quindi, in questo caso, il contratto con il GSE dovrebbe essere intestato ai tuoi genitori, che hanno l’usufrutto. La regola di base è che chi ha il diritto di godimento dell’immobile (usufruttuario) è la persona che può gestire l’impianto e beneficiare del contratto con il GSE.
Spero di essere stato chiaro ed essere stato di aiuto.
Paolo Vita
Buongiorno
A giorni mi verrà completato l’impianto foto voltaico da 4.2kw (pannelli) con inverter da 4kw e senza batteria.
L’installatore mi ha indicato di affidarmi ad uno studio per la gestione delle pratiche GSE, il costo è di circa 500 euro.
Guardando sul sito GSE mi sembra di capire che posso fare tutto in autonomia, nel sito trovo questo:
“La modalità standard
I produttori che vogliono aderire allo Scambio sul Posto devono presentare, entro 60 giorni dalla data di entrata in esercizio dell’impianto, un’apposita richiesta attraverso il servizio Scambio Sul Posto – SSP accessibile dall’Area Clienti del GSE e quindi stipulare un contratto con il GSE per la regolazione dello scambio.”
Domanda: posso farlo direttamente io dal sito?
inoltre scrivono “… entro 60 giorni dalla data di entrata in esercizio dell’impianto,…”
Significa l’impianto può essere attivo e funzionante da subito e prima di fare la pratica GSE?
Chiedo perché ho letto in giro che non è possibile attivare l’impianto prima dell’autorizzazione GSE.
Grazie
Gianni
Buongiorno Gianni,
Sì, puoi gestire la pratica GSE in autonomia, anche se ovviamente essere affiancato da uno studio ti dà la garanzia del successo del processo. In breve, dovresti accedere dall’area clienti del GSE e, seguendo la procedura correttamente, dovresti essere in grado di portare il tutto a termine.
Per quanto riguarda l’attivazione dell’impianto, facciamo un po’ di chiarezza:
– Il tuo impianto può essere installato e completato, ma per essere messo ufficialmente in esercizio e collegato alla rete, serve il via libera del distributore (ad esempio Enel, E-Distribuzione, etc.).
– Il distributore, una volta ricevuta tutta la documentazione dall’installatore, esegue la connessione e comunica la “data di entrata in esercizio” dell’impianto.
– Da quel momento, hai 60 giorni per presentare la richiesta di Scambio sul Posto (SSP) al GSE.
Quindi, sì, l’impianto può essere funzionante prima che tu abbia fatto la pratica con il GSE, ma non può essere attivato prima dell’ok del distributore.
Se decidi di procedere da solo con la pratica, ti consiglio di leggere bene la guida sul sito del GSE e assicurarti di avere tutti i documenti necessari, tra cui la convenzione con il distributore e i dati dell’impianto.
Se hai bisogno di altri chiarimenti, sono qui!
buongiorno,vorrei collegare un sistema di accumulo al mio fotovoltaico già esistente, vorrei sapere quali comunicazioni devo fare per essere in regola e a quale ente.
Grazie
Buongiorno!
Per aggiungere un sistema di accumulo al suo impianto fotovoltaico esistente dovrebbe procedere con alcune comunicazioni.
La prima cosa da fare è verificare se il suo impianto è connesso alla rete e se usufruisce dello Scambio sul Posto (SSP) o di altri incentivi. Una volta verificato questo, dovrebbe:
– Comunicare la modifica al distributore di rete (ad esempio e-Distribuzione o il gestore locale) tramite il Portale Produttori. L’aggiornamento dell’impianto potrebbe richiedere un nuovo regolamento di esercizio.
– Aggiornare la registrazione dell’impianto sul portale di Terna (GAUDI’), se il suo impianto supera i 10 kW (sotto questa soglia, di solito non serve).
– Comunicare l’aggiunta dell’accumulo al GSE, se ha incentivi attivi come lo Scambio sul Posto o il Ritiro Dedicato.
Ci tengo a sottolineare che è sempre meglio affidarsi a un tecnico qualificato per gestire le pratiche ed assicurarsi che il nuovo sistema di accumulo sia compatibile con l’impianto esistente.
Se ha dubbi o vuole svolgere questi passaggi insieme, può scrivermi a [email protected]
Un saluto!
Gianfranco Carbone 04/04/2025 alle 10.15
Buongiorno Paolo.
sono un “produttore”, “Ritiro Dedicato”, ho un impianto fotovoltaico da 10,2 kW.
Da qualche tempo sono tentato di distaccare l’impianto e rimanere collegato all’Enel solo per eventuali consumi necessari. Mi sono attivato e ho contattato il Gse, e-Distribuzione, Agenzia delle Dogane. GSE mi ha informato come fare: andare sul sito e allegare la documentazione richiesta per la dismissione. e-Distribuzione mi ha inviato il modulo di distacco e ritiro contatore allegando la comunicazione alla Agenzia delle Dogane. Agenzia delle Dogane, molto pratica e diretta mi ha detto: il suo impianto da 10,2 kW non rientra nelle accise, Ci mandi pure la comunicazione di dismissione dell’impianto. Per ora ho registrato tutte le informazioni. Presto prenderò la decisione. Perché sono arrivato dopo tanti anni a questa decisione? Il mio impianto si compone di 120 pannelli UE, 3 inverter e tutto il necessario per farlo funzionare: un locale tecnico dedicato al FV. Manutenzione e controllo impianto sui tetti, sistemi di blocco Piccioni, eventuali ricambi e sostituzione per danneggiamenti pannelli FV e sostituzione Inverter. Un costo fisso non coperto da quanto ricevo dal GSE che finisce sul 730… L’impianto nel 2011 progettato da ingegneri e realizzato da impresa “specializzata” spesi oltre 40 mila euro… I ricavi GSE sono crollati negli anni e amentate le bollette dei consumi elettrici. Ultimo colpo che non sapevo e prevedevo che ha fatto dire BASTA! la comunicazione recente del GSE che mi stanno ritirando, da tempo e non lo sapevo, il costo per il ritiro dei pannelli FV prossimi ai 15 anni per cessata attività: 20 euro cadauno + spese e il tutto finirà, a loro dire, “in discarica”. NO. il mio impianto che, sicuramente non è stato ancora ammortizzato, da quanto ricevuto e spese sostenute lo lascerò in vita, con tutte le dovute attenzioni, fin quando produrrà anche un singolo kW. Ora, per non “incappare2 in eventuali errori o informazioni non date ho deciso di contattare persone esperte per chiudere ma…chiedono per quanto sembra facile… parcelle che sfiorano i 600 euro! Paolo, mi sono dilungato spiegando la mia situazione, la cortesia che le chiedo: un suo “consiglio” mi è necessario. Ieri, ultima e chiudo, un tecnico mi ha detto: se prendi gli “incentivi” non puoi dismettere l’impianto…. Cordiali Saluti. Gianfranco
Ciao Gianfranco, grazie per aver condiviso così nel dettaglio la tua esperienza — si sente tutto l’impegno e la delusione che ci sono dietro questa scelta, ed è giusto parlarne.
Hai fatto benissimo a muoverti in autonomia contattando GSE, e-Distribuzione e Agenzia delle Dogane: è un passaggio fondamentale per avere un quadro chiaro, e non è da tutti affrontarlo con questo livello di attenzione.
Venendo al punto: se sei in regime di Ritiro Dedicato (RID) e non percepisci incentivi Conto Energia, in teoria puoi scegliere di dismettere l’impianto (come ti ha confermato anche il GSE), mantenendo comunque il collegamento alla rete per eventuali prelievi. Ma se ricevi ancora incentivi in Conto Energia, allora il discorso cambia: in quel caso la disconnessione o la dismissione dell’impianto potrebbe comportare la perdita definitiva dell’incentivo e, in alcuni casi, anche la restituzione parziale delle somme percepite. Questo dipende da quale Conto Energia sei inserito (I, II, III…), quindi va verificato bene.
Il tema dello smaltimento futuro dei pannelli e i costi relativi è un aspetto che negli anni è diventato sempre più critico. Purtroppo non era previsto all’epoca dell’installazione, ma oggi è parte integrante della gestione dell’impianto.
Capisco perfettamente la tua amarezza, soprattutto pensando a quanto hai investito inizialmente e a quanto poco oggi sembra tornare indietro. Ma la verità è che il tuo impianto continua a produrre valore, anche se meno evidente: riduci il prelievo dalla rete, generi energia pulita, mantieni viva una tecnologia utile e ancora funzionante. E questo, mi sento dire, non cosa da è poco.
Il mio consiglio è: valuta con attenzione se davvero conviene dismettere, oppure se può aver senso ottimizzare (ad esempio con un sistema di accumulo o piccole modifiche all’autoconsumo) per aumentare il risparmio, riducendo al minimo la burocrazia.
Se hai bisogno di ulteriore supporto o vuoi valutare insieme tutte le opzioni, puoi scrivermi alla mail [email protected].
Un grande in bocca al lupo,
Paolo
Buonasera sono un privato abito in territorio extraurbano ho intenzione di fare un impianto fotovoltaico da 10,2 kw monofase con accumulo da 30 kw posizionato sul tetto del mio capannone il tutto off grid quale richiesta o permessi devo chiedere? Per il mio comune non serve nulla ! L’impianto lo acquisto da inverter online di Lecce per loro non ho bisogno di permessi !!!
Addirittura posso metterlo in detrazione fiscale
Vorrei sentire un tuo consiglio
Grazie Giovanni
Buongiorno Giovanni,
Se l’impianto è realmente off-grid (cioè non collegato alla rete elettrica nazionale), non serve la connessione al GSE né pratiche con e-Distribuzione. Tuttavia, anche in area extraurbana, ti consiglio di chiedere comunque al Comune una conferma scritta che non servano autorizzazioni, soprattutto per motivi paesaggistici o vincoli edilizi.
Per quanto riguarda la detrazione fiscale, in linea teorica anche un impianto off-grid può rientrare nella detrazione del 50%, se rispetta tutti i requisiti (servizio a un immobile residenziale, pagamenti tracciabili, comunicazione ENEA, ecc.).
Il problema pratico è che spesso mancano alcuni passaggi fondamentali come la documentazione corretta, il bonifico parlante o i permessi comunali, soprattutto quando l’impianto viene installato in autonomia. Ottenere davvero la detrazione, in questi casi, è abbastanza complicato, soprattutto per un impianto importante come quello che mi hai descritto.
Il mio suggerimento quindi è sempre quello di farsi una chiacchierata approfondita con uno specialista (o ancora meglio, farsi affiancare).
Se hai bisogno di ulteriore supporto, puoi scrivermi alla mail [email protected].
A presto!
Paolo